Mulungo
lunedì, giugno 27, 2005
  Facce simpatiche

Eppure nonostante la televisione si sforzi a dipingermelo antipatico, secondo me questo Mahmoud Ahmadinejad ha una faccia simpatica e rassicurante.
Poi casomai tra un mese cancello il post.



 
domenica, giugno 26, 2005
  La sirena di Kinaxixi

Durante la guerra civile seguita all’indipendenza dell’Angola, Luanda era uno dei pochi angoli sicuri del paese. Migliaia di rifugiati si sono riversati nella città facendo passare la popolazione dai seicentomila abitanti degli anni settanta ai (disputati) tre milioni di adesso. La prima conseguenza è che l’appellativo di un tempo, “Luanda la bella”, non è applicabile nemmeno con le più spesse lenti deformanti dell’amante dei tropici.

La pressione sul mercato immobiliare è enorme, ed ulteriormente aggravata dai prezzi che i cowboys della Chevron-Texaco sono disposti a pagare per un bilocale arredato. Due camere con cucina e bagno in un edificio in medie condizioni (medie condizioni secondo i parametri locali) possono costare tra i 2000 e i 2500 USD.

Chi non può permettersi questi affitti si arrangia come può. Uno degli espedienti è occupare il grattacielo di sedici piani in piazza Kinaxixi iniziato dai portoghesi e mai terminato.

Mai terminato non significa che mancano gli arredi del foyer o i nomi sui campanelli. Non c’è un filo di stucco, mancano gli infissi e addirittura qualsiasi tipo di protezione alle terrazze, che dal sedicesimo piano potrebbe essere un inconveniente.

In quei sedici piani ci vivono centinaia di persone che producono una grossa quantità di immondizia che termina in un cortile alla base dell’edificio. Sarebbe cattivo gusto entrare nei dettagli raccapriccianti di quella pozza di putrescenze, basti sapere che sono stati fatti vari tentativi per bonificarla. Tutti falliti perché gli ingegneri del comune non sono mai riusciti a scoprire l’origine di una misteriosa sorgente d’acqua fresca e a controllarla con un sistema di canalizzazioni.

La ragione me l’ha spiegata un inquilino.

In fondo alla pozza, dove l’acqua è pura, ci vive una sirena. È lei con la sua magia che ha confuso e allontanato gli ingegneri.

 
sabato, giugno 25, 2005
  Gamberi col cappotto

Andiamo al “Ristorante Panoramico” dell’Hotel Tivoli.
Lo stanzone quadrato è fornito di una poderosa batteria di condizionatori d’aria. Quando fuori il calore tropicale non lascia tregua, al ristorante è meglio indossare un pulloverino. Quando nella stagione fredda fuori si sta proprio bene, al ristorante è meglio indossare il giaccone.

Il ristorante è un mausoleo. Il pavimento di marmo fa rimbombare i passi dei camerieri. I tavoli sono ricoperti da doppi e tripli pesanti drappi che si adagiano al suolo. I colori sono il blu scuro e il viola. La temperatura, s’è visto, è la più consona alla conservazione dei nostri cari estinti.

E gli innumeri trofei vinti dal personale dell’hotel ai tornei di calcetto di Luanda, con quell’aria così barocca, ricordano i candelabri della cripta del milite ignoto.

Vediamo cosa consiglia lo chef Paulo. Consono alle ex quattro stelle (ora tre) dell’hotel e alla sua clientela internazionale, agli ospiti viene fornito un menu bilingue.
Come antipasto perché no dei Funghi ripieni di prosciutto?

"Cogumelos do Bosque Recheados com Presunto" o, per gli yankees:
"Forest mushrooms fulfilled with Smoked ham"? (fulfilled? Soddisfatti per cosa? Di essere finiti ripieni di prosciutto ?)

Frutti di mare?
"Gambas no Capote ao Molho Tártaro" diventa:
"Rose Shrimps in Overcoat with Tartar Sauce". Gli hanno messo il soprabito perché faceva troppo freddo a quei poveri gamberi?

L’aragosta al vapore per gli anglofoni diventa una cernia
"Lagosta Cozinhada a seu Gosto "
"Stone Bass Slice Cooked Like You which (sic!)"

Alla cernia seguente è andata perfino peggio: cacciata di frodo con la birra!
"Tranche de Cerne Escalfado com Cerveja"
"Stone bass Slice Poached with Beer"

Per lo meno lo chef Paulo mostra un po’ di simpatia per le seppie
"Choquinhos de Vinagrete de Cebola
"
"Elegant Cuttlefish with Onions Vinegar Sauce"

Che il traduttore sia crocefisso.

 
  Speciale weekend.

Dal listino prezzi in bella mostra alla reception dell’hotel Tivoli:

Costo di una singola. 120 USD a notte.
Costo di una doppia 200 USD a notte.
Supplemento un letto 70 USD a notte.

Tariffa speciale weekend
Singola 120 USD a notte
Doppia 200 USD a notte

 
lunedì, giugno 20, 2005
  Management techniques

Niente che pregiudichi il mio futuro.

Non ho per questo perso l'innocenza né mi sono trasformato in un cinico nichilista.
Ma ieri per la prima volta, annuncio alle folle, sono stato vittima di una azione autoritaria al lavoro.
Qualcuno che in quel momento poteva dirlo, l'ha detto: "io voglio che tu faccia una cosa sebbene tu pensi sia giusto farne un'altra".
Stupido Matteo a pensare di aver percepito 10 anni di stipendi senza aver mangiato un bel po' di m... autoritarismo, sicuramente ne hai mangiato a vagonate, servito magari in maniere più raffinate e subdole.
Ieri però ho avuto l'impressione di una perdita della verginità.
Un po' liberatorio devo dire. É quell'euforia che sa di cristiano che ti fa preferire trovarti dalla parte di chi subisce il torto, e tutto sommato sopportarlo senza problemi, piuttosto che correre il rischio di riconoscerti usurpatore.
E ora le consequenze sono: 1) Amo un po' meno il mio lavoro 2) sono sensibilmente meno produttivo e 3) ho perso rispetto e simpatia per l'autoritario. Cui prodest?

Aggiornamento di settembre: i 2 protagonisti del caso di cui sopra sono stati segati

 
domenica, giugno 19, 2005
  Deus ex macchina

Luanda non è certo una città come tutte le altre. Non è nemmeno una città piuttosto differente dalle altre, l’understatement non le confà. È unica, surreale e strana.

L’amministrazione locale ha probabilmente un sacco di problemi da risolvere e la pulizia delle strade non è chiaramente molto in alto nella scala delle sue priorità.
Ma il fenomeno dei motori proprio non me lo spiego.
Passeggiando ho incrociato almeno una decina di vecchi motori adagiati sui marciapiedi. Solo oggi ne ho contati 4 più un grosso solitario albero di distribuzione.
Mi spiego.
Non si tratta di ruderi di vecchie macchine abbandonate e lasciate marcire al bordo della strada, che, per processo di sottrazione, oggi le ruote, domani e fari e poi i sedili, si sintetizzano a solo motore. Si tratta proprio di motori apparentemente diligentemente smontati e abbandonati (o elegantemente posizionati) sui marciapiedi. Generalmente sono di piccola o media cilindrata, 1100 o 1300 o giù di li ma davanti alla discoteca Chiuaua c’è per esempio un grosso 12 cilindri. Che cosa saranno? A che cosa serviranno? Mi hanno fatto pensare alle stazioni della via crucis sulla strada di Castelmonte o alle decine di tempietti indú di Kathmandu. Che abbiano a che fare con i “sacrifici agli dei del traffico” di cui cantavano i sempre illuminati CCCP negli anni ottanta? Non lo so, ma domani passando davanti al 12 cilindri del Chiuaua chinerò lo sguardo in segno di rispetto.

 
sabato, giugno 18, 2005
  The loneliness of the long distance programmer
Mulungo è Shangana. Shangana è una delle principali lingue del Mozambico meridionale.

Mulungo significa uomo bianco o straniero. La parola ha un’accezione spregiativa.
La scelta di questo titolo per il mio primo blog esprime la frustrazione dell’ultima ora.
Da circa due anni lavoro in Mozambico e viaggio spesso. La maggior parte degli scambi sociali che ho sono con la comunità di consulenti e professionisti stranieri. Aleggia sempre un vago e irritante senso di superiorità verso quelli in Europa che hanno scelto vite più stanziali. E quando ci si scambia considerazioni su questo stile di vita non ci si allontana mai da alcuni cliché: è una scelta solitaria, è difficile stabilire relazioni vere, non c’è hotel che valga il letto di casa propria e così via. Anche lo stile di vita è molto standard: casa in quartiere internazionale, american bar e discoteca di lusso.
Fin dall’inizio, compulsivamente, volevo essere più integrato nella realtà in cui mi trovavo. Volevo essere trattato normalmente al mercato, scambiare due parole alla pari con i miei vicini, insomma far parte di un quartiere. Non stiamo parlando dei ventenni che “go native”, solo normalità. Vengo da una normale famiglia della classe media e cercavo, anche a Maputo, di essere riconosciuto come tale ed essere accettato tra le persone normali che lavorano e a cui a volte va bene e a volte va male.
Dopo due anni però anche nel mio quartiere dove tutti mi riconoscono, continuo ad essere mulungo. “Patrão” per le guardie, fonte di spiccioli per tutti i bambini, 10% di più sulle vendite per le signore del mercato e temo a volte, una curiosità per quelli con cui scambio quattro chiacchiere.
È normale che sia così e sarebbe miope aspettarsi il contrario. Non so se la società che vede un valore nella multietnicità e nella multiculturalità sia un concetto moderno o meno, sofisticato o decadente proprio del mondo occidentale o sia in passato già stato valorizzato in altre culture; certo è che Maputo e Luanda freschissime di decolonizzazione e bastonate dall’uomo bianco, non sono Londra o Parigi da questo punto di vista.
Certo è proprio da decadente europeo lamentarsi per questo sottile e spesso involontario tipo di discriminazione a cui per scelta mi sono sottoposto; discriminazione addolcita peraltro da una discreta sicurezza economica, soprattutto se confrontata con la discriminazione reale, cruda e violenta a cui sono sottoposti africani normali tanto quanto me qualche migliaio di chilometri più a nord.

 
giovedì, giugno 16, 2005
  Intro

Mi trovo all’hotel Tivoli di Luanda. In futuro mi permetterò di descrivere diffusamente questo hotel nonostante ci si sia già cimentata per lo meno una penna illustre (R. Kapuscinski in "Another day in life"). Sono passati molti anni e molte gestioni dal 1975 di Kapuscinski e questo spero faccia perdonare la presunzione di voler aggiungere la mia.

Dall’aprile scorso è la sesta volta che ci ritorno ed è sempre un pochino, ma poco, peggio della volta precedente.
Dalla prima alla seconda volta ho notato che è sparito lo shampoo dalla dotazione del bagno, dalla seconda alla terza non si trovavano più i moduli per il servizio lavanderia, e poi gli appendini nell’armadio, il tostapane a colazione e così via fino a quest’ultima debacle: in un colpo solo il logorio del tempo e probabilmente la globalizzazione mi hanno portato via la macchina per l’espresso del ristorante e 4 canali della televisione via cavo. Rimango quindi con TVAngola, due reti portoghesi, TV5, un canale brasiliano di novelas, SuperSport 1 e SuperSport 2 e la CNN. Quindi CNN in “heavy rotation”.

Lo scorso fine settimana mi sono trovato a dover lavorare dall’hotel e, me ne sono reso conto poi, mi sono sorbito (a differenti livelli di consapevolezza) 3 repliche di “blogging: the fifth estate” condotto dal bravo ragazzo Micheal Holmes.

Non ricordo esattamente il numero, ma mi pare che qualcuno abbia menzionato che un nuovo blog viene creato ogni 4 minuti. I blogs distruggono carriere e creano miti. Minacciano i regimi autoritari e diffondono estremismi paranoici. Aprono nuovi contesti di discussione politica e le porta della galera per qualcuno (anche se in gran parte poi, alla fine, molti sono gran mucchi di fesserie).

Da quel sabato mi sento leggermente in ansia: come ho fatto a rimanere fino ad ora ai margini di questo fenomeno? Cosa mi sto perdendo? Sto scivolando verso la serie B della cittadinanza globale? Insomma, sicuramente i 4 minuti in cui verrà creato questo blog potevano venire saltati a favore di una partita a Spider Solitarie, ma oramai è tardi. Premo invio e…

 
Mulungo è Shangana. Shangana è una delle principali lingue del Mozambico meridionale. Mulungo significa uomo bianco o straniero. La parola ha un’accezione spregiativa. Questo è il blog di un Mulungo friulano che fa il travet tra due banche di microfinanza in Mozambico ed Angola.

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