Sono a Luanda, chiuso nella mia stanza d’albergo al lume di una candela.
Non c’è luce, il generatore, come tutti i generatori del mondo, è fuori uso, quindi l’aria condizionata non funziona e la temperatura è già intorno ai 30 gradi. E cresce.
Masochisticamente mi pregustavo il faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi su Rai International ma, che dramma, me lo sono perso.
Sono nel centro di Luanda ma non vedo anima viva. Dei banani e degli alberi di papaia mi chiudono qualsiasi visuale. Qua accanto ci deve essere una palestra di arti marziali o una chiesa avventista del settimo giorno perché sento delle grida strazianti che possono essere solo i kiai del karate o le urla dei posseduti quando vengono esorcizzati dal prete superstar.
Dicono che la scorsa settimana ci sia stato un tentativo di colpo di stato da parte del generale a capo della sicurezza esterna del paese. Solo a posteriori mi sono spigato la massiccia presenza di militari per le strade e soprattutto uno strano ed intimidatorio sms (mittente “unknown”) che merita, per le sue qualità stilistiche, un post tutto suo. Il messaggio diceva che il paese è unito dietro al presidente della repubblica e le forze armate e i servizi segreti vigilano su questa unità.
Non sono preoccupato o spaventato, solo che vorrei tanto essere a Maputo con Maimuna.