Sono a Luanda, chiuso nella mia stanza d’albergo al lume di una candela.
Non c’è luce, il generatore, come tutti i generatori del mondo, è fuori uso, quindi l’aria condizionata non funziona e la temperatura è già intorno ai 30 gradi. E cresce.
Masochisticamente mi pregustavo il faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi su Rai International ma, che dramma, me lo sono perso.
Sono nel centro di Luanda ma non vedo anima viva. Dei banani e degli alberi di papaia mi chiudono qualsiasi visuale. Qua accanto ci deve essere una palestra di arti marziali o una chiesa avventista del settimo giorno perché sento delle grida strazianti che possono essere solo i kiai del karate o le urla dei posseduti quando vengono esorcizzati dal prete superstar.
Dicono che la scorsa settimana ci sia stato un tentativo di colpo di stato da parte del generale a capo della sicurezza esterna del paese. Solo a posteriori mi sono spigato la massiccia presenza di militari per le strade e soprattutto uno strano ed intimidatorio sms (mittente “unknown”) che merita, per le sue qualità stilistiche, un post tutto suo. Il messaggio diceva che il paese è unito dietro al presidente della repubblica e le forze armate e i servizi segreti vigilano su questa unità.
Non sono preoccupato o spaventato, solo che vorrei tanto essere a Maputo con Maimuna.
Mi mancava. Nel mio album africano mi mancava il suicidio del politico.”
Oggi ho fatto check-in al Meridian, uno degli hotel più belli di Luanda.
Mentre mi informavo sulla vista della mia stanza, il vice-ministro dell'interno, tal Romão, ha deciso di fare il check-out dalla terrazza panoramica dell'ottavo piano.
É atterrato a una decina di metri dalla mia macchina.
In fin dei conti tutto si é svolto con molta discrezione. Un'ora dopo l'accaduto già non c'era più traccia di sangue al suolo e la polizia se n’era già andata. Nonostante fossi a pochi passi dall'accaduto, nessuno mi ha interrogato o intervistato.
Ci abbiamo provato con le piogge delle settimane scorse che hanno fatto esondare un paio di fiumi, cancellato qualche villaggio e causato una ventina di vittime nel nord del paese e niente.
Siamo riusciti, il 23 febbraio a mezzanotte e mezza, ad avere in esclusiva il più forte terremoto del continente africano dal 1900 (7.5º scala Richter, mica paglia). Nemmeno con questi record siamo riusciti ad avere 10 centimetri di spazio sui giornali italiani. Il curling vince sempre.
Nel ricco e sofisticato nord del mondo possiamo vantare professioni bizzarre e debosciate come il “personal motivator” o il dietista per cagnolini. Con non minore spirito d’iniziativa così si sbarca il lunario da queste parti:
1) Il fabbricatore di montagnole. Quando piove molto le strade del quartiere di Xipamanine, a Maputo, sono ridotte a fiumi limacciosi e maleodoranti. In punti strategici dei geni dell’imprenditoria locale costruiscono file di mucchietti di sassi e terra indurita in modo da guadare la strada diventata fogna senza sporcarsi troppo. 1000 meticais per passare da soli, 2000 per farsi trasportare sulla groppa.
2) Il riservatore. A Kinshasa i trasporti pubblici sono pessimi. I pochi pulmini combi sono equipaggiati per permettere ad almeno 5 o 6 persone di viaggiare appesi fuori all’esterno del mezzo. Anche così è difficile ottenere un posto. Per pochi centesimi però si può comprare un posto dal riservatore della fermata. Così opera: all’avvicinarsi del pulmino gli corre incontro e si abbarbica all’eventuale posto disponibile lasciato da chi salta in corsa o da chi è già sceso al semaforo precedente.
3) Il ladro potenziale. A Luanda quando parcheggi in zone frequentate ma scure e malfamate, ti può capitare che un ladro potenziale ti presti il suo servizio. Per qualche dollaro ti garantisce che NON succederà nulla alla tua macchina.
5 quadri licenziati in poche settimane.
Riesco a giustificare i licenziamenti sul piano della responsabilità sociale che la banca ha scelto di assumere visto che questi posti saranno ricoperti da 5 persone si spera altrettanto bisognose di lavoro e più meritevoli; inoltre più la banca é di successo piú gente impiegheremo e più famiglie vivranno dei nostri salari (al contrario la responsabilità nei confronti degli azionisti non mi fa rimanere sveglio la notte...).
Non riesco a valutare la scorrettezza (se ce n'é stata una) dell'istituzione nei confronti di queste 5 persone, ma in ogni caso non può essere tanto grande: non sono mancati i preavvisi, a tutti é stato richiesto un cambio di comportamento e tutti lavoravano con salari parecchio al di sopra della media.
Nel microbilancio del bene e del male, del buono e del cattivo, pare proprio che questa scelta stia abbastanza confortevolmente dal lato giusto. Eppure...